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Livello 3
250 Testa Rossa
Con questa vettura si voleva dare alla clientela che già gareggiava con la 500TRC un motore più potente inserito in uno chassis simile, mantenendone quindi le doti di maneggevolezza. Inoltre, si era avuto sentore che la CSI avrebbe ridotto la cilindrata dei prototipi a tre litri, fatto che poi occorse. Fu quindi utilizzato l’affidabile V12 della 250 Gran Turismo, revisionando radicalmente la sua struttura ed installando anche sei carburatori doppio corpo. Questa volta ad essere verniciati di rosso furono solo i coperchi delle valvole, ma il nome rimase Testa Rossa. Vinse il Mondiale Costruttori del 1958.

Salone di Parigi, ottobre 1984: torna il glorioso appellativo “Testarossa” e va ad identificare l’erede della 512 BBi. Per questa vettura, Pininfarina disegnò una linea innovativa e di notevole impatto visivo, caratterizzata da prese d’aria laterali molto pronunciate e da dimensioni più grandi del modello precedente. L’evoluto 12 cilindri boxer era diventato a quattro valvole per cilindro ed era, in quel periodo, il motore più potente installato su di un’auto sportiva di serie.
La Testarossa fu un modello che prese il nome direttamente dalla storia dell’azienda, poiché la sua denominazione derivava dalla serie vincente di vetture sport 500 e 250 Testa Rossa, macchine da competizione che dominarono sui circuiti verso la fine degli Anni Cinquanta.
 
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