Una piccola sportiva a tre porte, caratterizzata da una linea muscolosa ma equilibrata, nata nel 2008 ed ancora attuale grazie a lievi ritocchi intervenuti nel 2013 e nel 2016, in entrambi i casi nel mese di maggio. L'ultimo aggiornamento ha riguardato soprattutto lo scudo anteriore, ora simile a quello della nuova Giulia. Anche l’abitacolo, abbastanza ben rifinito, ha un aspetto giovane e grintoso, ma si sta comodi soltanto davanti (l’omologazione è per quattro e il quinto posto è un optional a pagamento), e il divano posteriore è stretto e infossato; poco funzionale il bagagliaio. Buone le qualità dinamiche: l’Alfa Romeo MiTo ha una tenuta di strada sicura e, con il sistema Dna, tramite una levetta si modifica a piacere la risposta del motore, dello sterzo e dell’Esp. Fra i motori a benzina troviamo un bicilindrico turbocompresso (0.9 MultiAir con 105 CV) e un quattro cilindri 1.4 in versione da 78 CV (anche per neopatentati) oppure con turbocompressore abbinato al cambio robotizzato a doppia frizione TCT (139 oppure 170 CV). La 1.4 Turbo a doppia alimentazione (a Gpl e a benzina) ha invece 120 CV. Unico diesel disponibile è un 4 cilindri 1.3 Multijet da 95 CV.
Il progetto, tecnicamente chiamato ZAR 955, già al suo lancio è stato denominato anche Junior, nome scelto per far capire subito la tipologia di auto. Il nome Junior è stato subito ben accolto dagli alfisti. Anche se dichiarato non ufficiale, tale nome ha accompagnato la vettura per tutto il suo periodo pre produttivo, anche dopo il concorso Alfanaming. I vertici Alfa Romeo non hanno però adottato questa denominazione poiché avrebbe in qualche modo sminuito l'immagine dell'autovettura.
Il concorso Alfanaming ha partorito il nome Furiosa, vincitore della selezione, il nome però non è piaciuto ai vertici della casa milanese che lo ha scartato appena il concorso si è concluso.[16]
Dopo la bocciatura del nome Furiosa il Progetto 955 ha continuato a chiamarsi Junior fino al comunicato ufficiale, divulgato da Quattroruote il 13 marzo 2008, del nuovo nome MiTo (inizialmente con un punto a separare le due sigle di provincia, Mi.To, poi eliminato dal marketing di Alfa Romeo con la scelta del logo definitivo).
Con questo nome oltre a giocare al doppio significato della parola Mito si è voluto rendere omaggio all'Asse Milano-Torino dal quale è nato questo nuovo progetto, dove Milano rappresenta l'Alfa Romeo e Torino rappresenta la produzione del Lingotto.