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Livello 3
Se è stata battezzata Lamborghini Egoista ci sarà un motivo. No…ce ne sono due: primo, è una vettura monoposto; secondo, la Lamborghini la terrà tutta per se, non è prevista infatti la produzione nemmeno in piccola serie. Stiamo parlando di una supercar estrema, disegnata da un team capitanato da Walter De Silva (responsabile dello stile di tutto il gruppo VW) che ha tratto ispirazione dal mondo dell’aeronautica e in particolare dagli elicotteri Apache per omaggiare il mezzo secolo di vita della Lamborghini (vedi il video qui sotto). La presentazione in grande stile non poteva che avvenire a Sant’Agata Bolognese in occasione della serata di gala che ha chiuso i festeggiamenti. Il palcoscenico della tensostruttura si trasforma in una pista di atterraggio, un’avvenente modella in tutta aeronautica fa le veci del personale di terra agitando i segnali luminosi e il rombo assordante del V10 risuona prepotente nei timpani dei mille fortunati invitati. Un ingresso in pompa magna dunque, per una vettura fuori dall’ordinario. la Lamborghini Egoista non ha nulla di “normale” a parte il motore, un 5.2 V10 da 600 CV e le quattro ruote. Il resto è pura “follia” a partire dal cockpit in fibra di carbonio e alluminio fino all’impianto luci. Ma andiamo con ordine. La carrozzeria, realizzata con uno speciale materiale antiradar, è un mix di superfici vuote e piene ed è priva di appendici aerodinamiche visibili (i flap posteriori si attivano alle alte velocità). La vista laterale è dominata dalla sagoma stilizzata di un toro in posizione di carica con le corna abbassate. L’impianto luci ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che la fonte d’ispirazione è stato il mondo aeronautico. Oltre ai classici fari allo xeno ci sono due luci bianche davanti, due rosse dietro, un lampeggiante posteriore, due occhi di toro come side mark e due luci, una rossa ed una verde, sul tetto .L’abitacolo, o meglio la cellula di sicurezza della Lamborghini Egoista, non è meno estrema. Il pilota dopo una manovra degna del più bravo contorsionista, troverà un sedile sportivo con cinture a quattro punti e una strumentazione ridotta all’osso il cui punto focale è rappresentato dall’head-up display. Sopra la testa, un cupolino a comando elettrico fa tanto “top gun”.
 
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