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Livello 3
L’Alfa Romeo 4C è una sportiva “radicale”, piuttosto compatta (è lunga 399 cm e alta soltanto 118) e leggera (920 kg: meno di un’utilitaria). Ha la struttura principale del telaio (quella che ospita l’abitacolo) in fibra di carbonio, i telaietti anteriori e posteriori (che sostengono sterzo, sospensioni e meccanica) in alluminio e la carrozzeria in fibra di vetro. Il quattro cilindri 1750 turbo ha il doppio variatore di fase che ottimizza il rendimento ai vari regimi ed è abbinato a un cambio robotizzato a sei marce (azionabile anche manualmente tramite palette al volante). Eroga 241 CV, sufficienti (secondo la casa) a far scattare questa biposto da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e a spingerla fino a 258 km/h. Agilissima e reattiva, l’Alfa Romeo 4C si guida seduti rasoterra, ha uno sterzo un po’ pesante in manovra (non è servoassistito), ma conta su un impianto frenante adatto anche alla pista; non manca la levetta Dna nel tunnel, tramite la quale si possono regolare la risposta di motore, cambio, Esp e differenziale Q2. La guida "al limite" diventa impegnativa se si escludono i controlli elettronici, ma non è necessario farlo per gustarsi ogni minuto passato al volante di questa sportiva, che regala emozioni a non finire. Essenziale ma raffinato è l’abitacolo, che presenta molte parti in fibra di carbonio lasciate a vista (meno rivestimenti significano meno peso) e una plancia ridotta all’osso; ricchissimo di informazioni il cruscotto, tutto digitale, che in modalità Race rimpiazza il termometro del lubrificante e il manometro del turbo con gli indicatori di accelerazione longitudinale e laterale (espresse in “g”).
 
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